Il verbo uscire
Il verbo uscire si modella sull’infinito nella prima e seconda persona plurale (usciamo, uscite), mentre forma le altre persone partendo dalla radice esc-. Questa anomalia si spiega con la storia del verbo. L’etimologia di uscire, infatti, è da ricercarsi nel latino EXIRE (EX IRE ‘andare fuori’). Dalla radice latina provengono la prima, la seconda, la terza persona singolare e la la terza persona plurale: esco, esci, esce, escono. La lingua possiede una regolarità quasi matematica, ma si tratta pur sempre di uno strumento usato dagli esseri umani che, qualche volta, possono associare, per analogia, espressioni o termini diversi. Così l’infinito escire, nell’uso quotidiano della lingua, si mescola con il sostantivo uscio ‘porta’ che è il luogo da cui si esce. Da questa associazione di idee deriva l’infinito uscire e la prima e la seconda persona plurale del verbo (usciamo, uscite). Come si osserverà, le desinenze del verbo sono regolari: infatti uscire si coniuga come i verbi dormire e partire. |